Mondadori
Federico, il protagonista di questa storia ambientata in una Roma elegante e decadente, è uno sceneggiatore di esperienza con molti film di successo alle spalle. Frequenta i salotti nobili della capitale, ma anche le redazioni dei giornali, le trattorie storiche del centro e l’entourage intellettuale e cinematografico. Un giorno uno dei più apprezzati broker della finanza romana gli chiede di incontrare un giovane attore, Domenico Greco, per aiutarlo a entrare nel mondo del cinema e Federico, per cortesia, invita a casa sua quello che a prima vista è un belloccio senza arte né parte. Poche ore dopo, però, il ragazzo viene ucciso con un colpo di pistola. E il protagonista, essendo uno degli ultimi ad averlo visto, si ritrova coinvolto nelle indagini. A dipanare l’intricata trama di segreti, relazioni clandestine, innamoramenti mai confessati, tradimenti, lavorano parallelamente Margiotta, un sagace commissario, Maselli, un giornalista di cronaca nera assetato di scoop, e lo stesso Federico, che si ritrova talmente invischiato nella vicenda sentimentale legata all’omicidio da mettere a rischio il proprio matrimonio. E muovendosi tra nobili decaduti, fisioterapiste brasiliane e mostri sacri del cinema italiano, la sfida del protagonista sarà quella di dimostrare la sua innocenza.
«Per scrivere La sera a Roma - racconta Vanzina - ho impiegato circa otto anni. L’ho iniziato, l’ho fermato, l’ho ripreso, l’ho abbandonato. Volevo scrivere un giallo. Un giallo divertente. Mi veniva sempre poco giallo e poco divertente. Infine una mattina di circa un anno fa ho avuto l’illuminazione giusta. Quel libro che mi faceva disperare non doveva essere solo un giallo ma qualcosa di più. Doveva essere un romanzo su Roma, sul cinema, sul giornalismo, sul tempo che passa. E l’ho scritto così».